mercoledì 6 marzo 2013

Vò vè, và?

Un testo originale tratto da Città nuova di novembre 1999. Ci si scusa per eventuali refusi, un po' è l'OCR che ho corretto ma potrebbe essermi sfuggito qualcosa, e un po' è l'originale, che credo sia antecedente all'invenzione del controllo ortografico su Word. :)


 
L'esule

Civitanova, anzi "Citanò" (e chi è de ceppò lo intuisce pure nell'animo), è radicalmente cambiata dalla morte dell'officina (Adriano Cecchetti s.p.a.). Si è modificata come d'altronde era scontato, ed oggi più palese, si è vestita a nuovo. A volte anche con abiti firmati, però, per chi non ha vissuto questa transizione, giorno dopo giorno la ricorda com'era e la rivede (o la sogna?) com'era forse, anche un po' controluce.
Era meglio prima? È più vera oggi? Non è questo il punto e non serve filosofeggiare a chi filosofo non è.
Crediamo invece che sia più interessante cogliere le differenze, magari con ironia, senza valutazione di merito... ed il tutto con spirito di "Amarcord" però, di taglio nostrano, anzi "nostrale come se dicia 'na orda". Amo la mia città, ma ne sono lontano da 34 anni, considero il mio stato di "esiliato" solo temporaneo (tanto è forte l'attaccamento alla mia terra natale) e quindi ospite di "Città nuova", faccio alcune considerazioni ad alta voce. Oggi, i ragazzi emergenti, figli certamente di ben identificabili "menze cucchiare" e "taja tomare" "sembre accombagnati da lo patre 'ngo la "Mercedese", volano a Londra o a New York, giustamente ed al passo con i tempi, per migliorare l'inglese. Ma le declinazioni dei sostantivi dialettali le conoscono? Le regole che reggono I'intercambiabilità tra le lettere "B" e "V" gliele hanno insegnate? Questi ragazzi fanno del "Surfing", del "Sailing", alcuni si cimentano con il "Rafting"' ma lo sanno che: - un bicchiere, due bicchieri, tre bicchieri; come: - un due, due buoi, tre buoi, diventano: - "un mecchiè, du vecchiè, tre becchiè" e quindi anche: "un mò, dù vò, tre bo?" 'e che il loro "papy" quando era "frico" ed offriva da bere al loro nonno, usava la forma: - "vò vè, và?" ... ed immancabilmente "lo nonneso je risponnia": - "và vè, veo!!"
- tra le loro cognizioni geografiche comprendenti financo la traversata in 'Jeep" degli "states", "coast to coast" che comunque per il padre significava solo: "costi quel che costi", c'è traccia della mappa del territorio di "Citanò" anni cinquanta?
"Sotto piazza", "sopra piazza" (San Marone), "la castellara", "la Fontanella", "Fontespina", "l'ippodromo", "Mariò" e le arre calde e/o a rischio? "la passerella de Chienti" (controllata da "vrangiarò") e la "velangia de lo molo" (controllata da Neno)...era più "lo curre e lo fugghià..."
E con i nomi come la mettiamo? Non ci si chiama più "Peppe o Marino", sono stati baratti con : Luca, Gianluca ed altri.
Riconosciamo, però, che su questo c'è ancora un legame con la tradizione. Infatti, sovente si sentono mamme che rimbrottano i loro pargoletti troppo lagnosi che si sporcano i calzini estemporando : "Lucazittu", specialmente se di ceppo "casettà".
A presto!


Commenti in ordine sparso:
  • "Vò vè, và?" (vuoi bere, papà?) è un'espressione abbastanza famosa. "Và vè, veo" (va bene, bevo)
  • vorrei farvi notare "nonneso" (=suo nonno). Simili unioni di possessivo e nome di familiare ci sono:
    • sorema, mia sorella, soreta, tua sorella
    • fratemo/frademo, mio fratello, fradeto, tuo fratello (a casa mia si usa anche per i cugini buoni)
    • mammeta, tua madre
    • pardo, tuo padre
    • fijemo, fijema, fijeto, fijeta
    • nonneto, tuo nonno, nonneta, tua nonna, la nonnesa, sua nonna
    • zito e zita, tuo zio e tua zia, la zisa e lo ziso, suo zio e sua zia
    • cuginemo, cugineto, cuginema, cugineta
    • nepotemo, nepoteto, nepotema, nepoteta
     
  • "menze cucchiare" = mezzi cucchiai. Prob. mezze calzette. Farei notare "menze"
  • "taja tomare" = taglia tomaie (delle scarpe). Prob. combina guai. Da notare "taja". Noi usiamo addolcire il suono "gl" con una j, una semiconsonante.
  • "un mecchiè, du vecchiè, tre becchiè" e quindi anche: "un mò, dù vò, tre bo?" <-- generalmente io non ho sentito mai questa progressione. Ho sentito "um vò" e "li vò", "umvecchiè" e "du vecchiè"
  • io ho sempre sentito "li carzitti", ma ammettano una certa influenza "casettà" (Casette d'Ete)

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